Libri

Peter Haining – Ancora Weird Tales (il secondo periodo, 1939-1954)

Ancora Weird Tales è la seconda parte dell’antologia – unica in originale – dedicata alla rivista simbolo dei pulp di cui già si è scritto una decina di giorni fa: in linea di massima quindi quel commento non ha perso di validità; tuttavia, spiace dirlo, questo secondo volume (la cui recensione, come già per il precedente, è basata su brevi appunti che avevo preso su carta molti anni fa) non è all’altezza del primo. La maggior parte delle storie qui contenute sono infatti brutte, noiose, banali, spesso di cattivo gusto: la ragione probabilmente è da ricercarsi nel cambio dei tempi e dei gusti, in primo luogo dei lettori e di conseguenza anche degli autori, che da sempre sono pronti ad indulgere alle mode e alle novità.

I tempi sono cambiati
I racconti pubblicati in questa antologia sono più recenti, degli anni Quaranta e Cinquanta, e già si sente un nuovo modo di pensare e di porsi nei confronti del mondo, che non è più l’insieme di piccole isole o realtà, ciascuna con i suoi misteri da esplorare, com’era solito essere prima della Guerra ma al contrario è divenuto un corpo unico, un pianeta ormai esplorato per intero che va osservato nella sua interezza: a quanto pare il pubblico, probabilmente stufo del grottesco degli anni Venti e Trenta, voleva qualcosa di nuovo, più moderno. Questo potrebbe spiegare anche l’enorme successo della fantascienza e della space opera, che proprio negli anni Cinquanta hanno avuto la loro epoca d’oro.
Tuttavia nel volume ci sono alcune eccezioni, come «Nel profondo» di Johnson, «Silenziosa era la valle» di Wellman (dal quale negli anni Sessanta hanno tratto anche una puntata di «Ai confini della realtà») ed in misura minore «Il pesce di Carnaby» di Jacobi, ma sono pochi e soprattutto vengono da autori poco noti: i racconti dei grandi nomi scelti per la raccolta (Bradbury e Leiber inclusi) sono invece deludenti o, nel migliore dei casi, appena decorosi.
Non nascondo che mi sarei aspettato di più.

Voto: 5

Una breve carrellata sui contenuti
Anche questo volume raccoglie racconti vecchi ed in molti casi non troppo noti, delle cui trame è difficile se non impossibile reperire riassunti anche brevi: nelle prossime righe tento quindi di ovviare almeno in parte a questa carenza.

Robert Barbour Johnson – Nel profondo (Far Below, 1939)
Nei livelli più profondi della metropolitana di New York vivono delle creature sconosciute, malvagie e demoniache, tanto che è stata istituita una sezione segreta della polizia per pattugliare il tratto di binari in cui le creature si manifestano: lentamente però anche questi uomini si trasformano fisicamente nei mostri che combattono. Ispirato ad una bozza di Lovecraft. (Voto: 7/8)

H.P. Lovecraft – Celephais (Celephais, 1934)
Solito racconto di Lovecraft sui sogni, sul genere di «Oltre le mura del sonno», contenuto nel primo volume: il protagonista vive solo per i propri sogni finché, morto, non viene elevato a dio della terra fantastica che ha sognato. Non viene detto se quella terra sia anche reale, sebbene lo si intuisca. (4)

Manly Wade Wellman – Silenziosa era la valle (The Valley Was Still, 1939)
Durante la Guerra di secessione americana un esploratore confederato entra in un villaggio occupato dall’Unione e vi trova un’intera divisione: tutti i soldati sono però privi di sensi. Li ha fatti addormentare un abitante del posto, che è anche uno stregone, con un incantesimo: l’uomo propone all’esploratore confederato di utilizzare questi poteri demoniaci per vincere la guerra: il soldato però lo uccide e distrugge il libro. Da quel momento le potenze infernali combattono contro i Confederati. (6/7)

Clark Ashton Smith – Una notte a Malnéant (A Night in Malnéant, 1939)
Il protagonista, dopo il suicidio dell’amata, vaga in cerca di oblio: una sera, al tramonto, si imbatte nella cupa città di Malnéant, dove, in un’atmosfera tetra e funebre, tutti sono dediti a celebrare il funerale di una certa Mariel, l’amata del protagonista; il corpo della donna è addirittura composto su un altare nella cattedrale. Alla fine l’uomo riesce a fuggire (3)

H.P. Lovecraft – Il cane (The Hound, 1925)
Due amici sono così attratti dal macabro che profanano tombe per trafugare corpi: in Olanda tuttavia rubano un antico amuleto, descritto nel Necronomicon, che attira loro addosso l’ira del suo possessore. Muoiono entrambi. (6)

Nitczin Dyalhis – Il cuore di Atlantan (Heart of Atlantan, 1940)
Due tizi, con l’aiuto di una medium, evocano lo spirito di una sacerdotessa di Atlantide, che col suo comportamento ha condannato Atlantide alla distruzione. Provano ad aiutarla ma vengono puniti dal Destino. Noiosissimo (4)

Fritz Leiber – L’assassino fantasma (The Phantom Slayer, 1942)
Uno spiantato eredita poco dallo zio appena morto, un ex poliziotto: tre mesi di pensione e gli oggetti nella stanza. Qui l’uomo scopre ritagli ed altri oggetti riconducibili agli omicidi compiuti da un assassino fantasma: poco dopo lo stesso protagonista, forse suggestionato dalla scoperta, si trova sul punto di uccidere un vecchio incontrato per strada e così capisce che lo zio era stato l’autore di almeno otto omicidi. Non brutto ma prevedibile. (6)

Robert Bloch – Le bestie di Barsac (The Beasts of Barsac, 1944)
Il classico scienziato pazzo crede di essere riuscito a trasferire l’anima umana negli animali: invita nel suo castello un amico scienziato perché gli serva da testimone ma la situazione presto degenera, con l’invitato che medita di uccidere lo scienziato e questi che è convinto di avercela fatta. Alla fine muoiono entrambi, travolti dalla loro follia. (5)

Ray Bradbury – Bang! Sei morto! (Bang! You’re Dead! 1944)
Durante la guerra, un soldato di animo ingenuo schiva tutte le pallottole perché è convinto che si tratti solo di un gioco: quando il suo amico, che lo protegge dal resto della compagnia, viene ferito, un altro soldato prova a fare del male al bambinone, che viene così colpito da una scheggia di granata alla testa. Nella tenda medica l’amico, curato, riesce a far tornare la voglia di vivere all’amico. (6)

Edmond Hamilton – La locanda fuori dal mondo (The Inn Outside The World, 1945)
Nell’immediato dopoguerra, un tale Guinard, uno degli uomini più importanti dell’Europa postbellica, è deciso a risollevare le sorti del suo paese: per riuscirci decide di chiedere aiuto alla Confraternita segreta dei grandi uomini del passato e del futuro, che si incontrano in un’altra dimensione. L’aiuto gli viene negato ma, ben più importante, da Su Suum, «l’ultimo di tutti gli uomini rimasti in un universo morente», riceve un pistolotto che, in sostanza, dice: le opere, per quanto grandi, svaniranno ma il coraggio e la lotta saranno eterni. Rinfrancato da queste parole, Guinard si rimette al lavoro con nuovo entusiasmo.
Raccontino blando che però ha la sua forza nel fervorino finale. (6/7)

Carl Jacobi – Il pesce di Carnaby (Carnaby’s Fish, 1945)
Il proprietario di una casetta su un piccolo lago fatica ad affittarla, dopo che l’ultimo inquilino è morto in circostanze misteriose. Nelle sue indagini, questi scopre che nel lago vive una sirena, che il morto stava studiando: la creatura attrae a sé anche il protagonista e sta per ucciderlo, quando l’uomo riesce a ferirla e fuggire. In seguito riesce ad affittare la casa a due sposini e, dieci mesi dopo, nasce un bambino che assomiglia ad un pesce. (6)

Anthony Boucher – Mister Lupescu (Mr. Lupescu, 1945)
Un uomo, fingendosi un folletto da un’altra dimensione, usa il figlio di un’amica per ucciderne il padre del bambino e marito della donna: disfattosi del costume, scopre che in realtà le creature fittizie che aveva inventato per spaventare il bambino esistono davvero. (4)

Henry Kuttner – I ratti del cimitero (The Graveyard Rats, 1936)
Racconto claustrofobico, incredibilmente buono pur essendo di Kuttner. Il custode del cimitero di Salem è solito saccheggiare i corpi dei morti che seppellisce: solo che a volte i ratti, forse per conto delle creature degli abissi, arrivano prima di lui e si portano via i corpi. Dopo che questi gli hanno sottratto un cadavere prelibato su cui aveva posato gli occhi, il custode decide di inseguirli strisciando nelle strette gallerie che i ratti hanno scavato ma ne resta imprigionato e sepolto vivo. Spaventoso. (6)

Theodore Sturgeon – Compagno di cella (Cellmate, 1947)
Il nuovo compagno di cella di un carcerato è un uomo dalle gambe e braccia sottilissime ma dal petto a botte, enorme: all’interno si cela il gemello siamese del nuovo arrivato, una creatura tutta malvagità. Quest’essere riesce a far fare agli altri ciò che vuole e così usa il compagno di cella per fuggire, che viene ucciso durante l’evasione. (5)

H.P. Lovecraft – I familiari (The Familiars, 1930) e Gli allevatori di piccioni (The Pigeon Flyers, 1943)
Poesie. (4)

Erik Frank Russell – Spiro (Venturer of the Martian Mimics, 1947)
Una spia marziana scende sulla terra: può assumere qualunque forma desideri, dopo averne toccato l’originale; può anche leggere la mente umana. La storia ne segue l’arrivo sulla terra, il primo contatto e poi, due mesi dopo, la sconfitta: l’acqua lo distrugge. Tipica storia anni Cinquanta ma ambientata in Inghilterra. (5)

Algernon Blackwood – Rovine romane (Roman Remains, 1948)
Durante la guerra, un pilota ferito passa la convalescenza in Galles, a casa del fratello: nella vicina valle (del Capro) sorgono i resti di un tempio dedicato a Silvano, dal quale di quando in quando giunge una musica irresistibile. Tempo dopo, all’indomani di un’incursione dei tedeschi, in prossimità del tempio i protagonisti trovano i resti di una loro cugina un po’ stramba che era fuggita di casa ed accanto ad essa il cadavere di un satiro. (5/6)

Seabury Quinn – E rendici l’ieri (And Give Us Yesterday, 1948)
Una vedova ha perso il figlio in guerra ed è disposta a stringere un patto col diavolo pur di riaverlo indietro: ma il figlio che le viene reso è un malandrino e così, alla fine, la donna riesce a rompere il patto. (4)

Clark Ashton Smith – Alla Chimera (To The Chimera, 1948)
Poesia. (4)

H. Russel Wakefield – Dall’immenso abisso (From the Vasty Deep, 1949)
Lo scherzo di un famoso attore ai danni di un altro famoso attore finisce con la morte di quest’ultimo: il primo, vivendo nel rimorso, impazzisce. Viene ritrovato morto, abbracciato ad un cadavere, come aveva sognato tutte le notti dalla morte della sua vittima. (5)

Stanton A. Coblentz – L’onnipresente professor Karr (The Ubiquitous Professor Karr, 1949)
Un professore universitario viene visto in occasione di tutte le rapine in città: ma lui non lascia mai la propria casa. Una notte viene osservato dallo stesso capo della polizia, che gli spara: in realtà si trattava del «corpo astrale» del professore, che a sua insaputa si separava dal suo corpo materiale durante il sonno. Il professore muore comunque. (5)

Mary Elizabeth Counselman – Lo spettro della torre (The Shot-Tower Ghost, 1949)
Uno scherzo architettato dallo zio sudista al nipote nordista viene scoperto da quest’ultimo: solo che il ragazzo era già morto quando incassa il suo premio. (5/6)

Allison W. Harding – Prendi il treno Z (Take the Z Train, 1950)
Solita storiella psicologica densa di metafore che parla del suicidio di un uomo sotto un treno della metropolitana. (3)

Frank Belknap Long – Due facce (Two Face, 1950)
Un’astronave atterra su un pianeta simile alla terra, abitato da un popolo di selvaggi che paiono essere incapaci di concepire il male: in realtà hanno due facce, prevalenti ora l’una ora l’altra. Quando infine prevale la faccia malvagia, i terrestri vengono attaccati ma fanno una strage prima di fuggire. (5/6)

Margaret Saint Clair – Il piccolo gufo rosso (The Little Red Owl, 1951)
Lo zio folle di due bambini fa di tutto per convincerli che il Piccolo Gufo Rosso di una sua storia è morto: arriva anche a dar fuoco alla casa nel tentativo di ucciderlo. Ma, pare, il Piccolo Gufo Rosso arriva a salvarli. Solita minestra riscaldata. (4)

Lyon Sprague De Camp e Fletcher Pratt – Quando ulula il vento della notte (When the Night Wind Howls, 1951)
La voce di un conferenziere ha il potere di trasformare gli astanti in zombi per un certo tempo: non viene offerta spiegazione. Pare una presa in giro del fandom. (5)

Richard Matheson – Paglia bagnata (Wet Straw, 1953)
La moglie, forse uccisa, di un uomo torna dal marito ogni notte: la sua presenza è annunciata dall’odore di paglia bagnata, lo stesso di un fienile in cui si erano riparati molti anni prima. Lei vuole tenere fede alla promessa di non separarsi più che si erano fatti e lo decapita. (5/6)

Joseph Payne Brennan – Viscidume (Slime, 1953)
La storia di un blob: la creatura viene dal mare, non sopporta la luce e viene infine uccisa col lanciafiamme. (5/6)

7 thoughts on “Peter Haining – Ancora Weird Tales (il secondo periodo, 1939-1954)

  1. Grazie per il suggerimento: di Weinbaum ho letto un’altra raccolta in passato; di Whitehead invece credo di essermi già imbattuto qua e là in qualche racconto. Merita approfondire.
    Complimenti all’editore per avere scelto di pubblicare raccolte di questo genere!

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