Giochi

Un bilancio del mio 2017 ludico

Una delle più diffuse tradizioni di fine anno – perché aiuta a riempire il vuoto di notizie delle vacanze di Natale ed allo stesso tempo tenta di dare un senso all’anno appena concluso – è riepilogare quanto si è fatto o è accaduto nei dodici mesi precedenti: non nascondo che ricostruire l’anno prossimo a concludersi può persino essere un’attività piacevole, soprattutto se riguarda il proprio passatempo preferito, che nel mio caso sono i giochi da tavolo.
Il bilancio ludico di fine anno è quindi divenuto un’abitudine anche mia: proprio in questi giorni su Boardgame Geek sto infatti finendo di confezionare la solita «geeklist» (si trova qui) in cui riassumo giochi e partite del mio 2017 con una serie di pratici riquadri.
Molti dei dati raccolti in essa sono poco significativi per un non giocatore ma una parte di essi possono comunque essere di qualche interesse, così qui mi limito a segnalare le informazioni più rilevanti, come il numero di partite giocate nel 2017, che sono 618, senza contare le espansioni, un numero leggermente inferiore al 2016, quando le partite erano state 668.
Mancano ancora tre giorni al 2018, questo è vero, ma non credo di essere in grado di recuperare questo svantaggio.

1 – I miei dieci giochi più giocati del 2017
Proprio come l’anno scorso, anche nel 2017 ho fatto 46 partite a Twilight Struggle, in gran parte sul computer (ma con avversari reali) grazie all’ottima versione di Steam: Twilight Struggle rimane quindi il mio gioco più giocato dal 2015, da quando ho iniziato a tenere nota delle mie partite.
Secondo in classifica con quaranta è Jump Drive, una versione light di Race for the Galaxy o leggermente più impegnativa di The City, che pure entra in questo elenco.
Al terzo posto si è piazzato Codenames con 29 partite: a seguire due filler e mezzo, ossia il già citato The City con 22, Geschenkt (o No Thanks!) con 21 ed Ugo, un gioco leggerissimo, con 18.
Netrunner, gioco di carte da due a tema cyberpunk, è settimo con 15 partite: chiudono la classifica altri filler o giochi leggerissimi, ossia Spyfall (14), Lo squalo (13) e Love Letter (12), che divide il decimo posto con Sentinels of the Multiverse, cooperativo di carte a tema supereroi.
Da questo appare evidente che quest’anno i filler ed i giochi leggerissimi l’hanno fatta da padroni: è vero che ho un debole per questo genere di giochi (in genere ritengo preferibile fare più partite a diversi giochi leggeri che una sola, eterna, ad uno pesante) ma va anche detto che quest’anno i giochi più impegnativi si sono divisi l’attenzione mia e del mio gruppo regolare; ce ne sono infatti almeno altri sei nell’intervallo tra le otto e le undici partite, ossia Cyclades e Defenders of the Realm con 11, Pandemic Cthulhu e Small World con 10, Ticket to Ride e Ticket to Ride Rails and Sails con 8.
La parte più divertente di questo bilancio però è un’altra: possiedo solo quattro degli undici giochi che quest’anno ho giocato di più.

1) Twilight Struggle 46
2) Jump Drive 40
3) Codenames 29
4) The City 22
5) Geschenkt 21
6) UGO! 18
7) Netrunner 15
8) Spyfall 14
9) Lo squalo 13
10) Love Letter 12
10) Sentinels of the Multiverse 12

2 – Indice H
Proprio alla fine del 2017 ho portato il mio indice H a 28 (l’anno scorso era 22): ricavato dall’ambito accademico, il valore di questo indice è determinato dal numero di giochi che sono stati giocati almeno un numero di volte pari alla loro posizione in una classifica dal più al meno giocato.
Significa quindi che da quando tengo segnate le partite (tre anni) ho giocato ventotto giochi almeno ventotto volte ciascuno.

3 – Il meglio ed il peggio del 2017
Queste classifiche – un mio pallino – considerano solo i giochi, anche degli anni passati, che ho provato per la prima volta nell’anno in corso.

3.1 – Il meglio
1) New Angeles, un capolavoro tematico e di contrattazione, di cui ho già scritto una recensione;
2) Iron Curtain (o «Twilight Struggle light»), che mantiene dilemmi e paranoie dell’originale ma ne riduce a un decimo i tempi di gioco (lo recensisco qui);
3) The Horned Rat, un’espansione di Chaos in the Old World che introduce gli Skaven e infastidisce gli avversari;
4) Secrets, gioco caoticissimo di identità segrete che sorprendentemente piace a pochi ma per fortuna ha incontrato il favore del mio gruppo;
5) Jamaica, gioco per famiglie che ha trovato il giusto equilibrio tra strategia, caso e caos;
6) Evolution, espansione di Xcom (che ho recensito qui: il gioco base, non l’espansione) che cambia radicalmente il flusso del gioco;
7) Bunny Kingdom, un «area control» un po’ meno prevedibile del solito, noiosissimo e freddissimo euro;
8) Jump Drive, di cui già si è detto;
9) Meeple Circus, divertente le prime volte, poi rischia di diventare ripetitivo: ma per me non è ancora scattata quella molla;
10) Mega Civilization, un giocone per farsi male.

3.2 – Il peggio
1) Photosynthesis, l’epitome del gioco di ottimizzazione da ragioniere. Splendido a vedersi però;
2) Quantum, un astratto con un tema fantascientifico attaccato con la colla del Post-it;
3) River World, un’espansione di Small World che per correggere un problema inesistente rovescia tutto il peggio di Underground sul gioco base;
4) Tempel des Schreckens: sotto la maschera di un gioco di interazione e deduzione si cela il nulla;
5) Professor Evil and The Citadel of Time, il sogno proibito del giocatore dominante, un esercizio di ottimizzazione senza un briciolo di tema;
6) Fabled Fruit, esempio da manuale di una buona idea (le meccaniche Legacy soft) abbandonata a se stessa;
7) City of Iron, una «point salad» che come ogni buon euro gode a punire i giocatori che non sanno ottimizzare;
8) Magic Maze: un gioco (cooperativo per di più!) che proibisce di parlare mentre si gioca va contro natura;
9) Mini Park, che speravo potesse essere un’alternativa a Carcassonne ed invece è anche peggiore;
10) The Quest for El Dorado, che non un cattivo gioco in sé ma non è altro che l’ennesima ripetizione delle stesse cose già viste mille altre volte.

4 – I migliori dieci giochi di sempre (commentati con un solo aggettivo)
1) Twilight Struggle (epico)
2) XCOM: The Board Game (innovativo)
3) New Angeles (tematico)
4) Blood Bowl: Team Manager (imprevedibile)
5) Wiz-War (champagnoso)
6) Defenders of the Realm (nostalgico)
7) Cyclades (ibrido)
8) Love Letter (divertente)
9)   Small World (creativo)
10) Iron Curtain (fulmineo)

5 – I miei obiettivi ludici del 2017
1) Organizzare altre due Niccon (qui, qui e qui), giornate ludiche con partecipazione su invito;
2) Organizzare due tornei: uno sarà di Cyclades (qui), l’altro probabilmente di Ticket to Ride;
3) Raggiungere un indice H di 30;
4) Non comprare nuovi giochi.
…ed ovviamente divertirmi: non ha senso giocare se non ci si diverte!

Scrivi qui il tuo commento