Da sempre la fine dell’anno si presta a bilanci e previsioni: io stesso non sono certo il tipo che si tira indietro da questo costume così ben radicato nella nostra cultura. Pertanto, durante il mese di dicembre ho raccolto tutti i dati che mi servivano per ricostruire il mio anno ludico ed il 31 dicembre ho finalmente terminato di confezionare questi dati nella consueta forma di una «geeklist» riepilogativa, che ho subito pubblicato su Boardgame Geek, il sito di riferimento per gli appassionati di giochi da tavolo.
Non starò a snocciolare tutte quelle informazioni, che possono essere interessanti per un giocatore ma sono gran poco significative o del tutto noiose per un non giocatore (chi è interessato però può trovarle qui) ma mi limiterò a selezionare le più significative, come ad esempio che nel corso del 2016 ho fatto 667 partite (pari a 1,82 partite al giorno o 12,74 alla settimana) ed ho giocato almeno una volta centotrenta giochi diversi, espansioni escluse.
I miei dieci giochi più giocati nel 2016
La lista dei giochi che quest’anno sono finiti sul tavolo più spesso include titoli assai diversi tra loro: gioconi, fillerini, «deckbuilder» da due e Wiz-War, l’unico gioco ameritrash che sia riuscito ad entrare in questa lista, in ultima posizione. Purtroppo gli amici con cui sono solito giocare non sono tipi da giochi di scuola americana, i miei preferiti, così finisco per giocarli poco e, quelle poche volte, pure per pentirmi di averli proposti: l’«analysis paralysis» con cui affrontano ogni mossa e rallentano ogni partita trasforma qualsiasi gioco in un supplizio e, con gli ameritrash, ne snatura persino l’essenza stessa. Ad ogni modo, l’elenco dei dieci giochi che ho giocato di più nel 2016 include:
1) Twilight Struggle, un giocone asimmetrico da due che ripercorre la guerra fredda, con 46 partite;
2) il Non t’arrabbiare di carte, un fillerino che non ha niente a che vedere col noiosissimo fratello maggiore, incubo di ogni famiglia, con 29 partite: di questo gioco ho scritto una recensione sull’Anonima Gidierre che presto pubblicherò anche su questo blog;
3) Sentinels of the Multiverse, un cooperativo di carte a tema supereroi che è al tempo stesso tematico, divertente ed impegnativo, con 26 partite;
4) Android: Netrunner e Just4Fun Colours, gioco di carte asimmetrico da due a tema cyberpunk il primo, filler leggerissimo il secondo, con 23 partite ciascuno;
6) Star Realms, altro «deck builder (tipo di gioco di carte) da due, con 20 partite;
7) Defenders of the Realm, il cooperativo fantasy per eccellenza (con illustrazioni di Larry Elmore), e Drecksau, altro fillerino di carte, con 19 partite ciascuno;
9) Love Letter, l’immortale capolavoro dei minigiochi che non stanca mai né me né i miei amici, con 18 partite;
10) Wiz-War, gioco di maghi che si rubano tesori e si lanciano addosso tutto quello che hanno, già ispirazione per Magic, con 18 partite.
Merita rilevare che la «top ten» di quest’anno include solo tre titoli dell’equivalente elenco del 2015 (Twilight Struggle, Defenders e Love Letter) ed addirittura cinque giochi che nemmeno possiedo (il Non t’arrabbiare di carte, Sentinels, Netrunner, Just4Fun, Drecksau).
Indice H
Uno dei criteri più diffusi per valutare le proprie abitudini ludiche è l’indice H, ripreso dall’ambito accademico: il valore di questo indice è determinato dal numero di titoli che sono stati giocati almeno tante volte qual è la loro posizione in una lista che li elenchi dal più al meno giocato.
Quest’anno ho portato il mio indice H da 13 a 22: significa quindi che dall’anno scorso ho giocato ventidue giochi almeno ventidue volte ciascuno.
Il meglio ed il peggio del 2016
Anche se pubblicati negli anni scorsi, molti dei quasi duecento giochi (espansioni incluse) che ho provato quest’anno sono stati delle novità per me: nelle prossime due liste elenco i migliori (ed i peggiori) giochi in cui mi sono imbattuto quest’anno per la prima volta.
Il meglio
1) Sentinels of the Multiverse, di cui già si è detto;
2) il Non t’arrabbiare di carte, del quale pure ho già scritto;
3) 7 Wonders Duel, un bel gioco da due: il tema è incollato ma le meccaniche funzionano bene;
4) Capitan Sonar, che mescola tema, rischio, strategia, interazione e divertimento: è il gioco perfetto per le convention perché dà il meglio di sé con otto giocatori;
5) Pandemic: Reign of Cthulhu, che non è solo la miglior versione di Pandemic cui abbia mai giocato ma è stato anche adattato molto bene al tema di Cthulhu, per quanto scontato questo sia ormai divenuto;
6) Codenames, un party game leggerissimo ma divertentissimo: una volta che si inizia è difficile smettere di giocarlo;
7) Not Alone, il classico gioco uno contro tutti, dove l’uno è – finalmente – di poco favorito rispetto ai tutti;
8) Ticket to Ride: Rails & Sails, la versione per professionisti di Ticket to Ride: i porti però sono sbilanciati ed avrebbero bisogno di una sistemata;
9) Runebound terza edizione, il classico gioco di ruolo leggero convertito in gioco da tavolo: dà l’impressione di un mondo vivo ma purtroppo manca l’interazione tra giocatori;
10) Forbidden Stars, un’epica spaziale, probabilmente l’ultimo gioco da tavolo di Warhammer 40.000 che vedremo per qualche tempo.
Il peggio
1) Caverna: The Cave Farmers, lungo, pesante e noioso, peggiore persino di Agricola;
2) The Bloody Inn, il classico gioco che limita la libertà di azione ed impedisce di fare ciò che si vorrebbe;
3) Bruges, la solita insalata di punti feldiana senza un pizzico di tema: va servita fredda;
4) Inis, provato ad Essen: splendido a vedersi, un supplizio a giocarsi;
5) Vikings on Board, un’altra cattiva esperienza di Essen: difficile dire dove stia il divertimento;;
6) The Dragon & Flagon, un gioco che dovrebbe essere leggero e scherzoso ma che in realtà è l’esatto contrario: macchinoso, lento e senza ispirazione;
7) Takenoko: Chibis: Takenoko è un gioco leggero che piace a tutti; questa espansione aggiunge complessità e toglie l’immediatezza del gioco base;
8) Potions Brew, un giocaccio di carte che vorrebbe essere leggero ma è inutilmente macchinoso;
9) Snowdonia, classico euro di punti e risorse che almeno si gioca in meno di un’ora;
10) Deep Sea Adventure, che si presenta come un rischiatutto ma in realtà l’unico modo per giocarlo è stare sul sicuro perché le regole puniscono chiunque azzardi qualcosa di rischioso.
I migliori dieci giochi di sempre (commentati con un solo aggettivo)
1) Twilight Struggle (epico)
2) XCOM: The Board Game (innovativo)
3) Defenders of the Realm (nostalgico)
4) Blood Bowl: Team Manager – The Card Game (imprevedibile)
5) Wiz-War (champagnoso)
6) Cyclades (ibrido)
7) RoboRally (caotico)
8) Small World (creativo)
9) Love Letter (divertente)
10) Citadels (classico)
I miei obiettivi ludici del 2017
1) Organizzare due Niccon, giornate ludiche con partecipazione su invito;
2) Organizzare due tornei di Cyclades;
3) Raggiungere un indice H di 25;
4) Non comprare nuovi giochi.
…ed ovviamente divertirmi: non ha senso giocare se non ci si diverte!